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  • Sarcasmo su tela
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  • Nessun sviluppo di questo tipo di pittura si ebbe nella civiltà egizia dove il Faraone la vietò dopo che vennero pubblicati su Novella III millennio A.C. alcuni dipinti scabrosi raffiguranti lui ed una gallina in atteggiamenti compromettenti. Con l'arrivo del medioevo l'encefalogramma del sarcasmo su tela diventò piatto, qualsiasi opera di questa corrente artistica in quel periodo venne censurata o distrutta. In questo periodo nacquero i "finti sarcasmo su tela" nati da un errore nel primo lavoro di catalogazione di queste opere. Infatti si credeva
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  • Nessun sviluppo di questo tipo di pittura si ebbe nella civiltà egizia dove il Faraone la vietò dopo che vennero pubblicati su Novella III millennio A.C. alcuni dipinti scabrosi raffiguranti lui ed una gallina in atteggiamenti compromettenti. La spinta artistica del sarcasmo su tela si riebbe durante lo sviluppo della cultura greca. Spesso infatti le immense seghe mentali (di cui sono un esempio i dialoghi socratici) dei filosofi venivano trasformate in pittura da sapienti artisti che nessuno mai, come loro, sarebbe riuscito a cogliere le sfumature idiote e irreali di quelle pregolomenti e voli pindarici. Famosa la produzione di un anonimo greco con la sua serie di quadri "So di non saper disegnare" che, come si può immaginare, non venne disegnata per manifesta incapacità dell'artista. In epoca romana il sarcasmo su tela ebbe, invece, una leggera recessione. I romani fecero come in tutte le altre arti: "ci provarono ma non ci riuscirono". L'arte romana è infatti una spudorata copia di quella greca ma molto meno interessante e molto più frivola e priva di contenuti. La maggior parte di opere di sarcasmo su tela romane raffiguravano, infatti, i perdenti del derby con pesante scherno. Poi si affacciarono nel panorama storico anche i Cristiani e, grazie a loro, nacquero gli atei i più grandi autori di sarcasmo su tela di tutti i tempi. In quei tempi, per opera degli atei, nacque il sottogenere del sarcasmo su tela più importante fino ai nostri tempi: la blasfemia su tela. Per la prima volta i quadri perdevano il loro originale spirito goliardico per ricevere dalle mani esperte degli atei i primi messaggi contro l'ignoranza e l'élite che si stava andando a creare. Sì, si può dire che gli atei fossero i comunisti terzomondisti dell'epoca. Con l'arrivo del medioevo l'encefalogramma del sarcasmo su tela diventò piatto, qualsiasi opera di questa corrente artistica in quel periodo venne censurata o distrutta. In questo periodo nacquero i "finti sarcasmo su tela" nati da un errore nel primo lavoro di catalogazione di queste opere. Infatti si credeva che, per via dei loro nomi ridicoli, Cimabue, il Maestro del Bigallo e del Brasato o Coppo di Marcovaldo fossero esponenti del genere. Nel 400 grazie alla scuola fiamminga ci fu una evoluzione del genere, il sarcasmo su tela passò dalla grezza rappresentazione ad uno stile più sentimentale permeato dallo sfottò degli artisti. Le opere prendevano nuove sfumature grazie alla moda del gotico, che si ripresenterà come cancro a intervalli regolari per tutta la storia dell'uomo da quel momento in poi. In questo periodo si ebbe il primo vero e proprio crossover tra varie forme d'arte: lo scultore Donatello grazie alle sue irriverenti e canzonatorie opere, poco conosciute dal pubblico per colpa del grande complotto internazionale, ispirò buona parte degli artisti di sarcasmo su tela del periodo. Grandi artisti del periodo furono Francesco Squarcione al quale, in epoca moderna, Lucio Fontana dedicherà i suoi ben più famosi e meno talentuosi squarci. Antonello da Messina, che in effetti avrebbe fatto meglio a rimanerci, e Tiziano, no, non quello di Uomini e Donne. A Firenze avevan molta risonanza invece Antonio del Pollaiolo, famoso pittore di volatili da cortile, uno sconosciutissimo Sandro BottiCHE?! e Filippino Lippi, CT della nazionale pittori nel mondiale Urbino 1456. Negli ultimi decenni del 400 ebbero molta risonanza Pietro Perugino, maestro del cioccolatino della concorrenza Raffaello e Michelangelo, unico personaggio dell'epoca al quale la Kinder non ha mai dedicato neanche una merendina. Nel cinquecento l'unico artista di sarcasmo su tela è Leonardo Da Vinci con le sue famose caricature del vicino di casa e della suocera antipatica. In questo periodo nascono le prime accademie. Verranno fin da subito riempite di murales dissacratori e allagate dai futuri artisti dell'epoca. Nel seicento con il filone bolognese il sarcasmo su tela si incentra sullo sfottò delle panetterie concorrenti con vari dipinti di tortellini andati a male e pagnotte ricoperte di muffa. In questo periodo si ha il Barocco, che non è la patria di un marocchino raffreddato. Nel settecento si hanno dei rigurgiti classicisti. Gli artisti hanno ricominciato a prendere come soggetto delle loro opere le storie antiche, e danno molta più importanza al paesaggio. Famoso il dipinto Milano di Novembre del Canaletto di Lambrate che raffigura un'autunnale Milano in un dipinto 293×545 completamente grigio. Famosi artisti dell'epoca[citazione necessaria] sono Bellotto e Guardi, che più che pittori sembrano rispettivamente vittima/stupratore, e Giovanni Paolo Pannini, inventorre dell'albbum dei calciattori Pannini. Nell'ottocento si accantona per l'ennesima volta lo stile classico, ormai ribattezzato stile usa e getta, e il sarcasmo su tela approda in lidi popolari e contadini, dove gli artisti sfottevano i padroni. Famoso il quadro di Pelizza da Volpedo "Il quarto stato", dove un branco di contadini, stanchi della loro situazione, andavano dal loro capo dicendo "E mò?" La cura dei particolari diminuisce molto, e nasce anche il puntinismo, corrente artistica da settimana enigmistica che consiste nell'unire dei puntini numerati per facendo apparire dal nulla l'opera d'arte. Nel 900 il sarcasmo su tela per adeguarsi allo stile corrente smette di diventare uno stile di denuncia ma diventa uno strumento di sfottò verso lo spettatore. Artisti come Arnaldo Pomodoro, Jackson Pollock, Kandiskij con i loro dipinti confusionali sfidavano lo spettatore a trovarci un significato che, solo loro, sapevano non esistesse affatto. Nel 900 bisogna dare una menzione speciale ai surrealisti: Dalì, Magritte e Dalvaux magi nel fregare lo spettatore del loro quadro e di far uscire cose dai fottuti quadri. Altri artisti degni di nota sono ad esempio Piero Manzoni, artista affatto da grave diarrea che scoprì che su ebay si poteva vendere tutto, anche la sua merda. Lucio Fontana è invece uno dei più grandi artisti del periodo, lui riuscì proprio a fottere tutti facendo passare per arte dei tagli su delle tele bianche