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  • Schiacciamosche
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  • Il 24 febbraio del '56 nel lontano polo est il rinomato fisico T. Albus Vietti elaborò una formula matematica che messa in pratica utilizzando uno strumento adatto permetteva di riuscire a colpire le mosche con facilità e senza lo spreco di troppa energia. Questa mirabolante invenzione è nota ai più con il volgare nome di "schiacchiamosche", mentre il nome corretto in itagliano sarebbe "bacchetta terminante con un allargamento della stessa, almeno di un rapporto di larghezza di venti a uno, di forma vagamente poligonale, ma presentante angoli smussati, per non incorrere in ferimento dell'usufruttuario, che, in prima persona, maneggia l'oggetto, dotato in taluni casi di gruccia per poter essere appeso ad un qualche spunzone, come chiodi di svariate fogge e di ogni sorta, la cui utilità è di
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  • Il 24 febbraio del '56 nel lontano polo est il rinomato fisico T. Albus Vietti elaborò una formula matematica che messa in pratica utilizzando uno strumento adatto permetteva di riuscire a colpire le mosche con facilità e senza lo spreco di troppa energia. Questa mirabolante invenzione è nota ai più con il volgare nome di "schiacchiamosche", mentre il nome corretto in itagliano sarebbe "bacchetta terminante con un allargamento della stessa, almeno di un rapporto di larghezza di venti a uno, di forma vagamente poligonale, ma presentante angoli smussati, per non incorrere in ferimento dell'usufruttuario, che, in prima persona, maneggia l'oggetto, dotato in taluni casi di gruccia per poter essere appeso ad un qualche spunzone, come chiodi di svariate fogge e di ogni sorta, la cui utilità è di debellare il fastidio che dei piccoli organismi, appartenenti all'ordine dei Ditteri, e alla classe dei Muscidi, portano con il ronzio causato dallo sfregamento delle loro ali e l'attrito con l'aria delle medesime"